In apertura della notte blu della ricerca (alle 15:00 dell'8 maggio alle 18:00 del 9, alla Casa della Creatività, in vicolo di Santa Maria Maggiore, 1 50123 Firenze) vi sarà la presentazione del libro "I ricercatori non crescono sugli alberi".
mercoledì 28 aprile 2010
Presentazione alla notte blu della ricerca
In apertura della notte blu della ricerca (alle 15:00 dell'8 maggio alle 18:00 del 9, alla Casa della Creatività, in vicolo di Santa Maria Maggiore, 1 50123 Firenze) vi sarà la presentazione del libro "I ricercatori non crescono sugli alberi".
martedì 27 aprile 2010
Di nuovo in libreria....

Chi non fosse riuscito a trovare una copia del nostro libro, può provare a richiederlo in libreria. L'editore ci ha appena comunicato che è uscita la seconda ristampa.
lunedì 19 aprile 2010
Salari in Italia ed all'estero

Presentazione a Catania

Presentazione del volume "I ricercatori non crescono sugli alberi", di Sylos Labini e Zapperi, alla Camera del Lavoro di Catania, Giovedì 22 Aprile 2010, ore 17.30.
Sarà presente l'autore Francesco Sylos Labini.
Intervengono: Francesca Longo (docente Scienze Politiche uniCT), Chiara Rizzica (docente Architettura uniCT), Francesco Sinopoli (FLC-CGIL) e Luca Cangemi (PRC).
mercoledì 14 aprile 2010
Il ministero ha finito i soldi

Riceviamo da un collega questa edificante descrizione dei progetti bilaterali finanziati dal Ministero degli Affari esteri.
martedì 13 aprile 2010
Recensione (Il Mangialibri, di Serena Adesso)

A cosa serve la ricerca? Perché è necessario finanziarla, incrementarla? Cosa fanno i ricercatori? Qual è lo stato dell’Università e della ricerca nel nostro Paese? Due sono gli obiettivi di questo saggio. Il primo è fornire un quadro chiaro, trasparente, cristallino, del sistema università-ricerca in Italia. Vengono analizzate le modalità di finanziamento della ricerca, il progressivo invecchiamento dei docenti universitari che raggiungono il proprio apice di carriera attorno ai sessant’anni e sono sempre più distanti, in alcuni casi, dalla ricerca attiva e pulsante, il fenomeno del “precariato” scientifico che nel nostro paese può protrarsi per molti anni, la situazione complessa del principale ente di ricerca scientifica italiana (il CNR), i provvedimenti maldestri dei governi che si sono succeduti in tutti questi anni e che hanno alimentato politiche non virtuose per lo sviluppo della ricerca e per l’inserimento di nuovi ricercatori. Quest’analisi, tutt’altro che semplice, diviene più rilevante quando è possibile istituire un paragone con ciò che avviene all’estero, a partire dai paesi europei (c’è un confronto tra il nostro CNR ed il CNRS francese) fino a giungere agli Stati Uniti. Il secondo obiettivo è provare a formulare delle ipotesi a cui ispirarsi per una riforma del sistema, cercando di mettere in evidenza i piccoli miglioramenti che possono essere effettuati nell’immediato, senza un enorme finanziamento ma anzi, a volte, a costo zero. L’asse portante di una riforma concreta deve essere una valutazione seria dei titoli e delle attività dei singoli ricercatori, docenti, dei dipartimenti e delle università stesse...
Francesco Sylos Labini, fisico, dopo aver trascorso otto anni tra Svizzera e Francia, dal 2005 lavora presso il Centro Enrico Fermi a Roma svolgendo le sue attività presso l’Istituto dei Sistemi Complessi del CNR. Si occupa di problemi di astrofisica, cosmologia e fisica teorica e ha pubblicato sulle maggiori riviste scientifiche internazionali. Stefano Zapperi, fisico, ha ottenuto il Ph.D. presso la Boston University. Attualmente è ricercatore presso il CNR di Modena. Si occupa di fisica dei materiali disordinati e su questo tema ha pubblicato un centinaio di articoli sulle maggiori riviste scientifiche internazionali. Entrambi i ricercatori compiono un’accurata disamina dei problemi che affliggono l’Università italiana, entrambi hanno provato sulla loro pelle che significa essere un “cervello in fuga” e poi hanno avuto la possibilità di poter tornare a lavorare in Italia. Il loro saggio fa il punto sullo stato delle cose con un linguaggio semplice e accessibile anche ai non addetti ai lavori.
lunedì 12 aprile 2010
Recensione (Newsletter ANPRI 5.4.2010, di Liana Verzicco)

Come può la scienza comunicare se stessa al grande pubblico? A questa domanda tentano di rispondere due ricercatori del CNR, Francesco Sylos Labini (Istituto dei Sistemi Complessi, Roma) e Stefano Zapperi (CNR-INFM, Modena), che in un recentissimo saggio dal titolo “I ricercatori non crescono sugli alberi” analizzano lo stato di salute della ricerca italiana e del suo rapporto con l’informazione. I due Autori partono dalla convinzione che, per far capire all’opinione pubblica l'importanza strategica della ricerca, il suo ruolo nel progresso tecnico e scientifico della società ed anche la sua rilevanza per gli sviluppi applicativi e le ricadute economiche, è fondamentale disporre di una corretta informazione, in grado di fornire una rappresentazione non distorta, né troppo “difficile” né artificialmente semplificata, dell’attività scientifica. Al contrario, il linguaggio delle pubblicazioni scientifiche è quasi sempre di difficile comprensione per la gran parte dei cittadini: il rapporto che contiene le relazioni di tutti i dipartimenti del CNR sembra scritto, a detta degli Autori, “non perché qualcuno lo possa leggere, ma solo perché qualche regolamento ne prevede la stesura". In Italia, sostengono i due Autori, il rapporto tra la scienza e la comunicazione, tra gli scienziati e i media e poi l’opinione pubblica risulta particolarmente difficile perché mancano giornalisti preparati, in grado di distinguere tra le posizioni accreditate dalla comunità scientifica e le idee estemporanee degli scienziati improvvisati.
Oltre ad analizzare le attuali criticità del sistema (invecchiamento dei ricercatori, scatti di anzianità, turnover, ingressi in ruolo, baronati), Sylos Labini e Zapperi puntano l’attenzione sulla questione della scarsità delle risorse e della loro cattiva distribuzione, fatta senza criteri di valutazione del merito (dei singoli) e della qualità (delle strutture: università e enti di ricerca). Sul problema e sull’idea di risolverlo con la privatizzazione dell'università italiana e della ricerca, i due ricercatori non hanno dubbi: la ricerca di base deve essere finanziata con fondi pubblici perché nessun privato può permettersi di fare un investimento che, da una parte, è inevitabilmente ad alto rischio e, dall'altra, richiede generalmente una scala di tempo molto più lunga di qualsiasi intervallo temporale accettabile da parte di un’impresa.
Liana Verzicco I Ricercatore Istat, Roma
mercoledì 7 aprile 2010
Programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale 2009

martedì 6 aprile 2010
Presentazione all' Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali

Presentazione del volume:
I ricercatori non crescono sugli alberi
di Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi
Martedì 20 Aprile 2010
Sala Europa, ore 11.00 -12.45 IRPPS, Via Palestro 32, Roma
Interviene Francesco Sylos Labini
venerdì 2 aprile 2010
Notizie dall'altro mondo

La Francia confina con l'Italia: da Roma a Parigi ci si va in un meno di due ore in aereo. Il sistema francese, come quello italiano, è pubblico.
In Francia ci sono università ed enti di ricerca, ed in Italia pure. Dov'è la differenza ? Vediamo quello che è appena successo alla Section02 del CNRS (Fisica). Al CONCOURS CR2 SANS PROFIL 2010 (che significa senza tema fissato a priori --- CR2 chargé de recherche de 2ème classe è la posizione permanente base per ricercatori) i candidati erano
45 Francesi (32%)
45 Italiani (32%)
51 Resto del Mondo (36%)
Per resto del mondo si intende
7 Germania
4 Russia
3 Algeria, Belgio, Spagna, Grecia, Turchia Ucraina
2 Inghilterra , Giappone, Svizzera, Vietnam
1 Argentina, Australia, Corea del Sud, Finlandia, India, Irlanda, Lettonia, Malesia, Marocco, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Serbia, Repubblica Ceca
Al CONCOURS CR1 SANS PROFIL (CR1 significa chargé de recherche de 1ére classe ed è la posizione permanente avanzata per ricercatori)
39 Resto del Mondo (53%)
24 Italiani (33%)
10 Francesi (14%)
"Resto del mondo" corrisponde a
6 Russia
4 Ucraina
3 Germania, Inghilterra, Spagna, Grecia
2 Marocco, Polonia
1 Algeria, Argentina, Australia, Austria, Bangladesh, Belgio, India, Irlanda, Giappone, Portugallo, Svizzera, Tunisia, USA
Un Francese ha vinto uno dei 6 posti CR2 e nessun francese uno dei due posti CR1. Nel concorso CR2 3 Italiani si sono classificati nei primi 11 ed uno ha vinto.
Conclusione: Il problema, in Italia, non è la la "fuga dei cervelli" ma un sistema bloccato e completamente avulso dal mercato del lavoro internazionale.

