"I ricercatori non crescono sugli alberi" è il titolo del libro scritto a quattro mani da Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi sulla ricerca e l'università in Italia. E' stato pubblicato da Laterza a gennaio 2010. A cosa serve la ricerca, perché finanziarla, cosa fanno i ricercatori, che relazione c'è tra ricerca ed insegnamento, come riformare il sistema della ricerca e dell'università, a quali modelli ispirarsi. Due cervelli non in fuga denunciano la drammatica situazione italiana e cosa fare per uscire dalle secche della crisi. Perché su una cosa non c'è dubbio: se ben gestito, il finanziamento alla ricerca non è un costo ma l'investimento più lungimirante che si possa fare per il futuro del paese e delle nuove generazioni.




mercoledì 7 aprile 2010

Programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale 2009



Ad aprile 2010, con quasi perfetto tempismo, è stato pubblicato il Bando PRIN 2009. Qui sotto riportiamo un estratto dal libro "I ricercatori non crescono sugli alberi" per spiegare cosa siano i bandi PRIN, ovvero una delle principali risorse di finanziamento della ricerca di base in Italia, e quali risorse siano state ad essi destinati nel recente passato.

"Quando si parla di finanziamenti alla ricerca, il mondo politico in genere fa molte promesse, spesso però contraddette dai fatti. Le promesse sono state particolarmente generose da parte del governo Prodi, che aveva collocato la ricerca scientifica e l’istruzione universitaria tra i punti cardine del programma. Ma vediamo, al di là dei proclami, cosa è veramente successo nell’ultimo decennio con il finanziamento alla ricerca di base. Il Ministero ogni anno co-finanzia programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale (
PRIN) proposti dalle università e dagli osservatori astronomici, astrofisici e vulcanologici. L’attuazione dei programmi ha durata biennale e comprende gran parte dello scibile umano. Nella figura 1 (ndr: qui accanto aggiornata al bando 2009) abbiamo riportato il finanziamento PRIN, che comunque non arriva all’1% del totale del finanziamento all’università, dal 2000 al 2008. Si può notare come nel 2006 (governo Prodi) vi sia stato un calo del 30% circa dei finanziamenti, cosicché il già non generoso sostegno alla ricerca di base è diminuito, da circa 130 a poco più di 80 milioni di euro, proprio nel periodo in cui al governo si è insediato lo schieramento politico che, almeno a parole, ha sempre manifestato un grande interesse per la ricerca. Il governo successivo ha agito comunque in piena continuità con il precedente, con i già menzionati tagli targati Tremonti-Gelmini."


In questo interessante articolo di Sergio Bruno si mette in evidenza che nel bando 2008 (finanziato a gennaio 2010) sono stati approvati 986 progetti per una media di 96.000 euro a progetto. Considerando che ogni progetto è costituito da varie unità e che per ogni unità ci sono almeno 3 ricercatori, risulta in media che il finanziamento per ricercatore è di meno di 9.000 euro a ricercatore per biennio. Diciamo pure: briciole.

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