A cosa serve la ricerca? Perché è necessario finanziarla, incrementarla? Cosa fanno i ricercatori? Qual è lo stato dell’Università e della ricerca nel nostro Paese? Due sono gli obiettivi di questo saggio. Il primo è fornire un quadro chiaro, trasparente, cristallino, del sistema università-ricerca in Italia. Vengono analizzate le modalità di finanziamento della ricerca, il progressivo invecchiamento dei docenti universitari che raggiungono il proprio apice di carriera attorno ai sessant’anni e sono sempre più distanti, in alcuni casi, dalla ricerca attiva e pulsante, il fenomeno del “precariato” scientifico che nel nostro paese può protrarsi per molti anni, la situazione complessa del principale ente di ricerca scientifica italiana (il CNR), i provvedimenti maldestri dei governi che si sono succeduti in tutti questi anni e che hanno alimentato politiche non virtuose per lo sviluppo della ricerca e per l’inserimento di nuovi ricercatori. Quest’analisi, tutt’altro che semplice, diviene più rilevante quando è possibile istituire un paragone con ciò che avviene all’estero, a partire dai paesi europei (c’è un confronto tra il nostro CNR ed il CNRS francese) fino a giungere agli Stati Uniti. Il secondo obiettivo è provare a formulare delle ipotesi a cui ispirarsi per una riforma del sistema, cercando di mettere in evidenza i piccoli miglioramenti che possono essere effettuati nell’immediato, senza un enorme finanziamento ma anzi, a volte, a costo zero. L’asse portante di una riforma concreta deve essere una valutazione seria dei titoli e delle attività dei singoli ricercatori, docenti, dei dipartimenti e delle università stesse...
Francesco Sylos Labini, fisico, dopo aver trascorso otto anni tra Svizzera e Francia, dal 2005 lavora presso il Centro Enrico Fermi a Roma svolgendo le sue attività presso l’Istituto dei Sistemi Complessi del CNR. Si occupa di problemi di astrofisica, cosmologia e fisica teorica e ha pubblicato sulle maggiori riviste scientifiche internazionali. Stefano Zapperi, fisico, ha ottenuto il Ph.D. presso la Boston University. Attualmente è ricercatore presso il CNR di Modena. Si occupa di fisica dei materiali disordinati e su questo tema ha pubblicato un centinaio di articoli sulle maggiori riviste scientifiche internazionali. Entrambi i ricercatori compiono un’accurata disamina dei problemi che affliggono l’Università italiana, entrambi hanno provato sulla loro pelle che significa essere un “cervello in fuga” e poi hanno avuto la possibilità di poter tornare a lavorare in Italia. Il loro saggio fa il punto sullo stato delle cose con un linguaggio semplice e accessibile anche ai non addetti ai lavori.
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